martedì 7 aprile 2015

La luce come non l'avete mai vista



Che mondo sarebbe senza luce, ci avete mai pensato? Dalla luce dipendono la vita degli animali e quella delle piante. La luce proveniente dalle galassie intorno alla nostra ci permette di viaggiare a ritroso nel tempo, di vedere l'universo com'era miliardi di anni fa e studiarne l'evoluzione. È grazie alla luce che è stato possibile verificare sperimentalmente, durante un’eclissi solare nel 1919, la teoria della relatività generale che Einstein formulò esattamente un secolo fa. Tecnologie che hanno a che fare con la luce in un modo o in un altro sono presenti in moltissimi nostri gesti quotidiani: quando premiamo un interruttore, quando scattiamo una foto o semplicemente guardiamo un tramonto, mentre scriviamo un articolo come questo con il nostro tablet o pc. E poi ci sono le più recenti invenzioni, come i LED che oggi illuminano le nostre abitazioni o gli schermi ultrapiatti delle tv, sviluppati da tre scienziati giapponesi che per questo hanno vinto il Nobel per la Fisica nel 2014.

Proprio a questo straordinario fenomeno l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dedicato il 2015, Anno Internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla Luce (IYL 2015 – International Year of Light). Un’iniziativa globale che nel corso dell’anno attraverserà una moltitudine di paesi in tutto il mondo, con l’obiettivo di promuovere nuove scoperte che si basano sulla luce, con un occhio di riguardo alle nuove tecnologie. Saranno proprio le più recenti applicazioni tecnologiche ad essere dibattute come possibili soluzioni alle tematiche riguardanti lo sviluppo sostenibile, e in particolare ai problemi globali riguardanti l’energia, l’alimentazione, l’istruzione, la salute e le comunicazioni.

Un tempo era il buio

È difficile da credere o da immaginare, eppure l’Universo un tempo era completamente buio. Nei 300.000 anni successivi alla grande esplosione del Big Bang l’Universo era troppo caldo e denso per permettere il propagarsi dei fotoni, le particelle di cui è composta la luce. L’elevata concentrazione di particelle cariche teneva intrappolata la luce che era in grado di percorrere solo brevissime distanze. È stato solo con il progressivo raffreddamento dell’Universo, quando la temperatura scese intorno ai 4000° Celsius, e con la formazione degli atomi neutri, che la luce ha potuto cominciare a viaggiare per distanze cosmiche. Da allora, le onde elettromagnetiche si propagano incessantemente e noi oggi possiamo misurarle dopo che hanno viaggiato per oltre 13 miliardi di anni, risalendo così alle origini del nostro Universo.

Onda o particella? Entrambe le cose. 

La comprensione dei fenomeni luminosi non fu cosa facile, e per diversi secoli i più importanti scienziati dibatterono su quale fosse la reale natura della luce. Nel XVII secolo emersero due teorie radicalmente opposte, quella corpuscolare e quella ondulatoria. Per la teoria corpuscolare, formulata da Isaac Newton, la luce era composta da tante piccole particelle (i corpuscoli) che si propagavano in ogni direzione e in linea retta, con una velocità elevatissima.

Nella teoria ondulatoria, proposta da Christiaan Huygens nella seconda metà del secolo, la luce era vista come un’onda che si propaga attraverso un mezzo con proprietà elastiche che pervade l’intero Universo, l’etere. Nel corso nel XIX secolo, la teoria ondulatoria acquistò molto più credito rispetto alla sua diretta rivale grazie al contributo di Young, Fraunhofer, Kirchhoff e Bunsen, che con essa spiegarono importanti fenomeni legati alla luce come la diffrazione, l’interferenza, e le righe di assorbimento nello spettro del Sole.

Un notevole balzo in avanti nella formulazione di una teoria classica della luce fu compiuto da James Clerk Maxwell che, con le sue celebri equazioni formulate nel 1895, unificò i fenomeni elettrici, magnetici e ottici, e descrisse la luce come un’onda elettromagnetica. Ma all’inizio del XX secolo, proprio quando la teoria ondulatoria sembrava aver scalzato definitivamente la concorrenza, la teoria corpuscolare tornò in voga. Fu grazie alla spiegazione del corpo nero data da Planck nel 1900 e dell’effetto fotoelettrico da parte di Einstein che si cominciò a parlare della luce come nella sua formulazione odierna, cioè composta da unità fondamentali chiamate quanti o fotoni. Questo non significa che il secolare dilemma del dualismo onda-particella sia stato risolto, tutt'altro. Semplicemente ci si è dovuti convincere che, per quanto bizzarro possa sembrare, la luce può comportarsi in entrambi i modi, come un'onda o come un corpuscolo.

2015 Anno Internazionale della Luce

Quest’anno sarà dunque l’occasione per ripercorrere le vicende scientifiche che hanno riguardato la luce, ma soprattutto per tentare di scoprire che cosa ci riserverà il futuro: basti pensare alle tecnologie più avanzate e futuristiche, come i computer quantistici, che si basano proprio sulle leggi della meccanica quantistica e che usano i fotoni come strumenti con potenza di calcolo quasi infinita.

I tanti eventi che nel corso dell’anno si susseguiranno in tutto il mondo sono raccolti nel sito ufficiale dell’IYL 2015, dove è possibile anche trovare interessanti riferimenti storici, scientifici e tecnologici sulle applicazioni connesse alla luce.

Per quanto riguarda l’Italia, il testimone dell’iniziativa è raccolto dalla Società Italiana di Fisica (SIF) nel cui sito vengono raccolti gli eventi e le attività presenti su tutto il territorio italiano. Anche la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali della Sapienza partecipa all'IYL 2015 con un sito internet ed eventi dedicati alla luce.

1 commento:

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"Eppur si muove" di Giorgio Sestili è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.